Noi puntiamo sulla famiglia perché il suo ruolo è fondamentale nell'abilitazione (o riabilitazione) di una persona sorda. Lo è ancora di più nel percorso riabilitativo di una bambino. Famiglia intesa non solo in senso stretto ma allargata a tutto quel gruppo di persone connesse da un legame affettivo e parentale.
Per poter essere parte attiva del percorso di crescita, per favorire lo sviluppo cognitivo, relazionale e linguistico del bambino, la famiglia ha bisogno di tranquillità, di normalità, così da circondare e coinvolgere il bambino stesso in tale atmosfera di serenità atta a dargli la giusta disponibilità e fiducia. È necessario quindi mettere a disposizione della singola famiglia servizi e personale efficiente, affinché i familiari siano correttamente informati sulla diagnosi, sostenuti e aiutati.
Quando si scopre di avere un figlio con disabilità la famiglia ha un attimo di forte sbandamento, in quel momento i sogni e i progetti che anche inconsapevolmente avevamo fatto per i nostri figli devono essere in parte rivisti: cambiamo le priorità. Per fare questo processo, da una fase in cui tutto ci sembra difficile, se non impossibile, alla normalità della vita di tutti i giorni, serve tempo e soprattutto serve tranquillità.
Tranquillità e assistenza non significa avere una persona che ci dice cosa fare, ma significa avere informazioni certe e soprattutto servizi a disposizione.
I genitori, soprattutto nella fase iniziale, devono essere aiutati a superare anche i problemi pratici, perché molte sono le problematiche anche spicciole, che ci si presentano e che ci sembrano insormontabili. Non bisogna scordarsi poi, che in quei momenti iniziali i genitori finiscono sempre per sentirsi pieni di sensi di colpa, soli, angosciati, sfiduciati.
Servizi ben organizzati possono aiutare la famiglia a trovare la serenità necessaria che ci permette di tornare, il prima possibile, a fare semplicemente i genitori e farlo facendo attenzione a non comportarsi in maniera diversa ma, soltanto più adeguata.
I successi, riabilitativi, dei bambini sordi non sono causali, ma organizzati!