Cambia il tuo modo di pensare la sordità!


A seguito di specifiche segnalazioni relative al libro "Sulle ali del vento"  grammatica  4/5, A.Denzi, M. Gaboli, G. Tenconi della Fabbri Editori in collaborazione con Erickson, abbiamo deciso di scrivere una lettera alla rispettive case editrici.

Pubblichiamo quindi la nostra lettera e la risposta pervenuta. 

«Buongiorno,
la presente per segnalare che nell’es. 1 a pagina 34 del vostro libro “Sulle ali del vento - Grammatica 4/5” “per ogni definizione scrivi il nome composto nello schema” alla domanda 2 viene richiesto di indicare “persona che non sente e che non parla”: la risposta prevista è “sordomuto”.
Da parte nostra, associazione che si occupa di bambini nati con sordità congenita e in generale di persone con disabilità uditiva, vi vogliamo rendere consapevoli che secondo quanto previsto dalla legislazione vigente (la Legge 20 febbraio 2006, n. 95) il termine «sordomuto» è sostituito con l’espressione «sordo». La modifica legislativa è avvenne proprio perché già nel 2006 l’audiologia aveva compiuto passi tali da cambiare profondamente la storia della disabilità uditiva!
Siamo passati infatti dal “sordomuto”, termine comunemente usato in quell’epoca che univa il deficit uditivo alla sua diretta conseguenza, la mancata acquisizione della lingua orale, al “sordo” che, se seguito con adeguato protocollo sanitario e logopedico, acquisisce una competenza linguistica adeguata. Questo, però, succede nella realtà degli addetti ai lavori e nei testi normativi di assistenza ai disabili uditivi, mentre non è scomparso nell’idea che la gente ha del sordo, considerato ancora un “sordomuto”. Uno stigma per noi insopportabile!
Non è una questione di poco conto perché la terminologia è importante e il suo giusto utilizzo può riuscire a rompere barriere culturali che diventano anche sociali. Se poi la terminologia errata e stigmatizzante viene inserita nei libri scolastici, uno degli strumenti fondamentali del progetto didattico educativo, la cosa, a nostro avviso è grave!
Oltre al danno culturale, immaginate quale possa essere stata la reazione di allievi sordi, perfettamente integrati nelle loro classi, che si sono trovati a dover rispondere a una tale domanda. Provate, ad immaginarvi la loro reazione.
Certi che provvederete alla sostituzione di quella domanda con un'altra, salutiamo molto cordialmente»

LA RISPOSTA immediata di Francesco Zambotti, Responsabile Sezione Scuola, Area Ricerca & Sviluppo - Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A.

«Buongiorno Presidentessa
La ringrazio innanzitutto della segnalazione e mi scuso per l’imprecisione che è stata pubblicato nel volume a cui fate riferimento.
Come responsabile editoriale Erickson del progetto in collaborazione con Rizzoli sui testi adozionali ho già provveduto a segnalare a Rizzoli, che è il responsabile del corso, la necessità di sostituire il testo in questione e con la prima ristampa del volume l’errore sarà corretto.
Naturalmente mi spiace molto dell’accaduto, specie perché la centralità del nostro progetto è volta proprio alla massima inclusione possibile nel rispetto di tutte le tipicità. Evidentemente non c’è stata la dovuta attenzione nella revisione della pagina in oggetto.
Sarà questa comunque un’occasione di crescita di consapevolezza sulla tematica, anche per la nostra redazione e sulla corretta terminologia da adottare.
[…] Come da Lei stessa sottolineato è un processo culturale di sensibilità e conoscenza in atto, a cui speriamo di contribuire con una maggiore sensibilità. Sarà nostra premura sia come Erickson, sia come Rizzoli non ripetere il termine in nessun'altra pubblicazione. Abbiamo diffuso già l’aggiornamento anche alle redazione della secondaria di primo e secondo grado»