La sordità è il difetto sensoriale più diffuso nella popolazione umana, la percentuale di sordità infantile è l'1-2/1000 nei nuovi nati e tende ad aumentare del 4-5% nei bambini con fattori a rischio audiologico.

Ma la sordità non è tutta uguale!

È importante sottolineare che, a differenza di quanto normalmente si crede, solo il 5% dei bambini sordi nasce da genitori sordi.

Il bambino nato sordo con sordità profonda, non trattata tempestivamente, non acquisisce e sviluppa il linguaggio. Il suo deficit è la sordità ma il vero handicap è l'assenza della lingua orale.

Per un recupero pressoché completo del bambino sordo ed il suo inserimento in una vita sociale e relazionale normale sono necessari, entro i primi 6-12 mesi di vita, principalmente tre fattori: diagnosi precoce, tempestiva protesizzazione, intervento protesico-riabilitavo. Una diagnosi effettuata con ritardo compromette e riduce i risultati di recupero del bambino.

Per valutare il danno della sordità sul bambino, bisogna tenere conto di molti fattori tra i quali: l’entità della perdita uditiva (lieve, media, grave e profonda) e dell'epoca di insorgenza del danno uditivo.

Tanto più grave è la sordità e precoce l'epoca di insorgenza e ritardato l’intervento protesico riabilitativo, tanto più marcate saranno le conseguenze negative. Per questo è importante agire tempestivamente e seguendo un adeguato protocollo sanitario e riabilitativo.

La realizzazione di una diagnosi precoce oggi è resa possibile attraverso lo screening uditivo neonatale. In Regione Toscana già dal 2007 (delibera RT 365/2007) lo screening è stato esteso a tutti i nuovi nati che devono essere “screenati” durante la degenza post parto e comunque prima delle dimissioni dal punto nascita. Se il primo livello di screening dovesse risultasse dubbio o alterato (“refer”), sarà cura del personale sanitario invitare la famiglia a prendere un appuntamento presso un centro di audiologia infantile per accertamenti più approfonditi.

L'ipoacusia può essere congenita (presente già alla nascita) o acquisita (presente dopo la nascita).
La metà circa di tutti i casi di ipoacusia congenita è dovuto a fattori genetici. Le cause che non sono di natura ereditaria includono malattie, infezioni prenatali e condizioni verificatesi al momento della nascita L'ipoacusia può verificarsi anche dopo la nascita, a seguito di malattia, condizioni patologiche.

L'ipoacusia dovuta a un problema dell'orecchio esterno o medio viene chiamata ipoacusia trasmissiva. In caso di ipoacusia trasmissiva, l'orecchio interno funziona normalmente, mentre l'orecchio esterno o medio presenta una lesione o un'ostruzione che impedisce al suono di raggiungere l'orecchio interno. In questo caso quindi, il danno è localizzato in quella parte dell'orecchio deputata alla trasmissione meccanica del suono.

Nel caso di una lesione dell'orecchio interno si parla invece di ipoacusia neurosensoriale. In questo caso il danno è localizzato nell'orecchio interno che diventa incapace di trasformare le vibrazioni sonore in impulsi nervosi. Questa è causata da una disfunzione della coclea (sensoriale) o dei percorsi uditivi verso il cervello e spesso è presente sin dalla nascita. Può svilupparsi anche come conseguenza di una costante esposizione a musica alta o rumore o per l'assunzione di medicinali che possono danneggiare l'udito.
L’ipoacusia può essere anche mista e in questo caso presenterà aspetti sia dell'ipoacusia trasmissiva che neurosensoriale.

  • Quanto molto brevemente riassunto in questa pagina è di natura esclusivamente divulgativa. Per le specifiche mediche si prega di far riferimento solo ed esclusivamente ad un Centro audiologico di III livello